SPESSO, quando mi ritrovo coinvolto in riunioni familiari con parenti vari, si finisce per giocare ai soliti giochi. Un po’ perché manca la buona volontà di apprendere nuovi regolamenti, un po’ perché mi sono reso conto che ci sono pochi giochi in circolazione capaci di reggere più di 5 giocatori.
Mi è venuto in mente perciò di sviluppare un gioco semplice, veloce e abbastanza “rumoroso” in grado di coinvolgere un numero variabile di persone e di essere compreso ed affrontato anche dai giocatori occasionali. L’ambientazione del Far West si presta molto bene per questi scopi: è conosciuta da tutti, è abbastanza caotica e rende immediatamente il sapore della sfida fra i giocatori. In più, sono un discreto appassionato di tematiche western, il che non fa mai male.
La concezione originale, che risale all’ottobre del 1999, non prevedeva i ruoli e i giocatori interpretavano dei fuorilegge in una sparatoria tutti contro tutti: lo scopo era quello di accumulare il maggior numero di taglie. Dopo tre mesi di stagnazione, ho introdotto i ruoli ed il concetto di distanza fra i giocatori, riuscendo ad ultimare per gennaio del 2000 un prototipo sorprendentemente vicino alla versione definitiva. In effetti posso dire di essere stato molto fortunato: i meccanismi previsti funzionavano bene fin dalla prima partita, il gioco era bilanciato, perfino la composizione del mazzo era azzeccata, tanto che nel corso dei successivi due anni il gioco non è stato mai ritoccato in modo più che superficiale, se si eccettuano le modifiche richieste per la pubblicazione da parte della Da Vinci.
Il gioco originariamente era per 2–9 giocatori e prevedeva carte con un testo scritto che ne specificava l’effetto, una quarantina di segnalini per i punti ferita (l’idea brillante di mettere le pallottole sul dorso delle carte “personaggio” inutilizzate è stata dello staff della daVinci), un dado a 8 facce (il cui lancio ora è diventato l’“estrarre”) ed una varietà di carte molto più spinta (qualcuna verrà inclusa nelle espansioni… forse). Ho volutamente lasciato il gioco “leggero”: la fortuna ha un certo peso nell’economia della partita e questo era indispensabile per gli obiettivi che mi ero prefisso.
Mi sono reso conto avevo fatto centro quando ho proposto il gioco ai soci del mio Circolo Scacchistico. Il giorno dopo le prime partite, gli amici si scambiavano messaggi SMS che dicevano “BANG!” e “Schivata” (il nome originale delle carte Mancato!). Sono stati loro a proporre il nome BANG! per il gioco, mentre il titolo originale oscillava fra Tombstone e Dodge City.
Dopo due anni l’interesse al Circolo per il gioco non accennava a diminuire, anzi: si parlava di organizzare un torneo e BANG! era giocato più di ogni altro gioco, Scacchi compresi. Anche al di fuori del Circolo il gioco piaceva: c’è stato chi ha voluto che stampassi una versione “deluxe” del gioco pagando di tasca propria una cartuccia nuova a colori per la stampante e la carta fotografica! A questo punto, spinto un po’ da tutte le parti, mi sono deciso a cercare un editore.
Il lavoro svolto con la daVinci è stato duro ma sono soddisfatto del risultato: il gioco ha mantenuto in pieno lo spirito originario anche dopo le modifiche effettuate. Mi sento fortunato ed onorato di essere il primo autore di un gioco della daVinci, conoscendo gli altri autori e l’amore dei componenti di questa neonata casa produttrice per i giochi e le cose ben fatte in generale.
Non posso far altro che sperare che anche i giocatori la pensino allo stesso modo.