Family Games

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“Knightmare Chess may be not a triumph of logic.

It is, however, most certainly a triumph of fun.”

 

Family Games: The 100 Best è il seguito ideale di Hobby Games: The 100 Best, sempre edito dalla Green Ronin Publishing a cura di James Lowder, con prefazione di Mike Gray.
In entrambi i casi, 100 fra i più noti autori di giochi sono stati invitati a scrivere il loro parere sui giochi che loro stessi prediligono: un punto di vista prettamente da addetti ai lavori che risulta interessante come se si chiedesse ai più famosi 100 cantanti nel mondo di dire quali sono i loro brani preferiti, e perché.
Nel caso di Family Games, i giochi chiesti ai game designer erano più per famiglie che per veri appassionati, escludendo i grandi classici come Scacchi, Dama e compagnia bella.
Ogni autore ha scritto un capitolo sul proprio gioco preferito come se dovesse convincere il lettore a giocarvi a sua volta: non una critica asettica, quindi, ma il perché proprio quel gioco è fra i preferiti di un altro autore di successo.
Il mix di stili, registri e approcci rende Family Games un affresco che rappresenta le molteplici sfaccettature del game design internazionale, ben lungi dall’essere omogeneo. C’è chi si è soffermato sulle proprie memorie delle partite fatte da bambino, chi ha sciorinato un’analisi approfondita delle brillanti meccaniche di gioco, chi ha cercato di trasmettere il divertimento di una partita con gli altri, chi ha descritto la cronaca di una partita memorabile o inventata per spiegare il funzionamento del gioco senza sembrare un manuale.
Ogni autore era sostanzialmente libero di scegliere qualunque gioco come suo “campione“, purché non fosse stato già trattato in Hobby Games, non fosse stato scelto anche da un altro autore e, soprattutto, non fosse uno dei suoi giochi!
L’elenco dei 100 autori scelti è una specie di piccolo gotha del gioco: fra Family Games e Hobby Games ci sono praticamente tutti i nomi di successo nell’ambiente, da Reiner Knizia (Ra, Il Signore degli Anelli, Modern Art) a Richard Garfield (Magic: The Gathering), da James Ernest (Button Men, Pirates of the Spanish Main) a Bruno Faidutti (Citadels), da Gary Gygax (Dungeons & Dragons) a Steve Jackson (Illuminati, Munchkin), da Alan Moon (Ticket to Ride) a David “Zeb” Cook (Dungeons & Dragons 2° edizione). Il taglio è piuttosto “americano”, nel senso che mancano diversi autori di giochi da tavolo europei come Klaus Teuber (I Coloni di Catan) o Wolfgang Kramer (Tikal), ma è confortante notare che più di uno sono italiani: oltre a me, infatti, sono stati invitati anche Andrea Angiolino (Wings of War, fra l’altro), Leo Colovini (Cartagena) e Alessio Cavatore (supplementi vari per Warhammer). A mio parere potevano e dovevano essere invitati anche almeno Spartaco Albertarelli (Kaleidos), Francesco Nepitello e Marco Maggi (War of the Ring, X-Bugs), e non certo per campalinismo.
In realtà in questo libro sono citato due volte: la prima come autore del capitolo sul mio gioco preferito, che nella fattispecie è Knightmare Chess, e il secondo come autore di BANG!, che è stato scelto anche fra i migliori 100 giochi dagli altri autori e il cui capitolo è stato affidato a Keith Baker, autore di Gloom e di ambientazioni per Dungeons & Dragons.
Paraltro, BANG! è l’unico gioco italiano della lista dei 100 giochi scelti, se si eccettua Condottiere a cui ha partecipato pure Duccio Vitale assieme a Dominique Ehrhard. Una cosa di cui essere orgogliosi a livello personale ma meno a livello nazionale.
Come dicevo, il gioco che ho scelto è Knightmare Chess del francese Bruno Faidutti. In realtà i miei giochi preferiti sono proprio gli Scacchi, di cui KC è una semplice variazione, seguiti dal Big Boggle (in Italia Maxi Paroliere), da Lord of the Rings Trading Card Game della Decipher, Lupus in Tabula, Ra e altri ancora. Ma visto che gli Scacchi erano fuori concorso, e che il Paroliere era stato già scelto da un altro autore, il curatore ha insistito per aggiungerne almeno una variante.
Il libro purtroppo è disponibile solo in Inglese, ma è una lettura piacevole e interessante per chiunque si appassioni ai giochi e al lato autoriale degli stessi.

EmilianoSciarra

Sono autore di giochi, scrittore, musicista, programmatore analista e grafico pubblicitario, nell’ordine.

Il mio gioco più famoso è BANG! (dV Giochi, 2002), un gioco di carte speciali ambientato nel Far West. Il mio libro più importante finora è L’Arte del Gioco (Mursia, 2010), un saggio divulgativo di ludologia.

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